LA PIOGGIA
(di Danilo Di Pinto)
Piove, ad una ad una le persone aprono gli ombrelli, un muro che impedisce il passaggio delle gocce incolpevoli. Sopra questi scudi di tela e stoffa disegnata inizia una festa, una miriadi di colori che si muovono, che danzano quasi ad unisono, che si alternano, che si scambiano si avvicinano e si allontanano, che si chiudono sotto balconi, nei negozi o all’entrata di portoni, per poi riaprirsi veloci, con gesti naturali uno scatto e via si riprende la danza. Sotto invece è solo rumore e ombra, c’è paura, un buio che scandisce i movimenti, che li limita, i passi sono controllati corti e veloci, si scontrano gli ombrelli, si perde l’equilibrio ci si bagna, si rischia di inciampare sui marciapiedi nelle pozzanghere che nascondo buche, ma non ci si ferma si va avanti. C’è chi preferisce camminare senza ombrello, allungano il passo cambiano direzione, vogliono far parte della festa, si fermano sotto i ballatoi, aspettano il passaggio dei tanti ed attraversano la strada con passo veloce, sono felici come da bambini, guardano lo sconforto negli occhi dei passanti, basterebbe chiuderli, basterebbe chiudere gli ombrelli e riporli in borsa, il massimo che può succedere e che ci si bagna, ma farebbero parte anche loro della festa.