Giordy ed il temporale
C'era una volta un bambino di nome Josef, un ragazzino di otto anni dai grandi occhi curiosi e una risata contagiosa. Josef viveva in un tranquillo villaggio circondato da prati verdi e alberi maestosi. La sua compagnia più fedele era Giordy, un piccolo cagnolino bianco, soffice come una nuvola e sempre pronto a seguirlo ovunque.
Una sera d’autunno, il cielo si oscurò improvvisamente. Grossi nuvoloni grigi coprirono il sole e un vento freddo iniziò a soffiare tra gli alberi. Josef era in casa con Giordy, che sembrava agitato. Il cagnolino camminava avanti e indietro, guaendo piano ogni volta che un fulmine illuminava la stanza.
“Non avere paura, Giordy,” disse Josef accarezzandogli la testolina. “Sono qui con te. Non succederà nulla.” Ma Giordy non sembrava convinto. Quando un tuono fragoroso fece tremare i vetri delle finestre, il piccolo cane scappò fuori dalla porta socchiusa e si lanciò nella notte.
“Giordy! Torna indietro!” gridò Josef, ma il cagnolino era già sparito.
Josef si infilò il suo impermeabile giallo, prese un ombrello e uscì sotto la pioggia battente. Era deciso a ritrovare il suo migliore amico. Prima di avventurarsi troppo lontano, passò a casa di sua cugina, la principessa Cristi. Cristi, anche se si chiamava principessa, non viveva in un castello, ma tutti la chiamavano così per il suo portamento regale e la sua bontà d'animo. Aveva 12 anni, ed era sempre pronta ad aiutare Josef nei momenti di bisogno.
“Josef! Che cosa fai fuori con questo temporale?” chiese Cristi preoccupata, aprendo la porta.
“Giordy è scappato. Ho bisogno del tuo aiuto per trovarlo,” rispose Josef con gli occhi lucidi. Cristi non esitò un attimo. Prese il suo impermeabile rosa e un ombrello con dei cuori disegnati sopra, e insieme uscirono sotto la pioggia.
Il vento sferzava i loro volti mentre camminavano lungo le strade vuote del villaggio. Chiamarono il nome di Giordy più volte, ma tutto ciò che sentirono in risposta fu il rumore della pioggia che cadeva e il rombo lontano dei tuoni.
“Proviamo al parco,” suggerì Cristi. “È uno dei suoi posti preferiti.”
Arrivati al parco, videro la grande casetta di legno per i giochi dei bambini. Era un luogo speciale, con un piccolo scivolo e delle finestrelle che si affacciavano sul giardino. Josef si avvicinò lentamente e, con il cuore in gola, chiamò piano: “Giordy, sei qui?”
Da dentro la casetta si udì un guaito sottile. Josef aprì la porticina e vide Giordy rannicchiato in un angolo, tremante e bagnato fradicio. Il cagnolino alzò gli occhi e, appena vide Josef, corse tra le sue braccia, scodinzolando con gioia nonostante il terrore.
“Ti ho trovato!” disse Josef stringendolo forte. Cristi sorrise e li raggiunse all’interno della casetta.
“Aspettiamo che passi il temporale qui dentro,” suggerì. Così fecero. La casetta era piccola, ma sufficiente per ripararsi dalla pioggia. Cristi raccontò delle storie per calmare Giordy, mentre Josef lo teneva al caldo avvolgendolo nel suo impermeabile. Il temporale sembrava infinito, ma loro erano insieme, e questo bastava.