Josef e il mistero della collana scomparsa
Josef, osservava la mamma che si aggirava per la casa in cerca di qualcosa. Il piccolo di otto anni, con i suoi occhi curiosi, capì subito che qualcosa non andava. Al suo fianco, come sempre, c’era Giordy, il suo inseparabile cagnolino bianco, che lo guardava inclinando la testa.
“Josef, hai visto la mia collana antica? Quella con il ciondolo di madreperla? Non la trovo più!” disse la mamma, palesemente preoccupata. Il bambino alzò lo sguardo. “No, mamma, non l’ho vista”, rispose con voce calma, ma la mamma sembrava poco convinta. “Sei sempre tu che giochi ovunque in casa! Sei sicuro di non averla presa per sbaglio?”
Quelle parole lo ferirono. Non era da lui toccare le cose degli altri, tantomeno la preziosa collana della mamma. “Non l’ho presa, mamma. Te lo prometto”, disse con convinzione, ma la mamma, sospettosa, continuò a cercare. Josef si voltò verso Giordy, che scodinzolava accanto a lui.
“Dobbiamo trovare quella collana, amico mio. Solo così la mamma capirà che non sono stato io”, sussurrò al suo fedele compagno. Giordy rispose con un piccolo abbaio, come per dire: “Ci penso io!”.
Con il naso vicino al pavimento, Giordy cominciò a fiutare ogni angolo della casa. Josef lo seguiva, attento a ogni suo movimento. Passarono per il salotto, poi la cucina, e infine giù in giardino, ma della collana nessuna traccia.
“Dove sarà finita?” si chiese Josef, ormai un po’ scoraggiato. Ma proprio in quel momento, Giordy si fermò davanti alla finestra e cominciò ad abbaiare eccitato. Josef si avvicinò e notò qualcosa di strano: un piccolo luccichio proveniva dal grande albero in giardino “Giordy, hai visto anche tu? Sembra che venga da un nido!”Il cagnolino scodinzolò con energia, come a dire che aveva trovato la pista giusta. Josef prese una scala dal capanno e, con il cuore che batteva forte, si arrampicò sull’albero. Giordy, rimasto a terra, lo osservava abbaiando per incoraggiarlo.
Quando raggiunse il nido, Josef rimase senza parole: tra ramoscelli e foglie, brillava la collana della mamma! Accanto ad essa, c’erano altri piccoli oggetti scintillanti, rubati chissà dove. Una gazza ladra lo fissava dall’alto, cinguettando come per scusarsi. “Ecco chi era il colpevole!” esclamò Josef, ridendo. Recuperò la collana con delicatezza e scese dall’albero, stringendo il prezioso gioiello tra le mani. “Mamma, guarda cosa ho trovato!” disse Josef entrando in casa con Giordy al seguito. “Era nel nido di una gazza ladra sull’albero in giardino.”
La mamma lo guardò incredula. Si avvicinò e abbracciò forte il suo bambino. “Mi dispiace tanto, tesoro. Non avrei dovuto accusarti senza motivo. Sei stato bravissimo!” Poi si chinò verso Giordy, accarezzandolo con affetto. “E tu, piccolo detective, hai fatto un lavoro eccezionale.” Per ringraziarli, la mamma preparò un bel gelato per Josef e servì a Giordy dei deliziosi biscotti a forma di osso. I due amici, seduti sul tappeto azzurro del salotto, gustarono la loro meritata ricompensa.
“Sai, Giordy” disse Josef, “con te accanto non mi sento mai solo. Siamo una squadra perfetta!” Giordy rispose con un leccotto sul viso, facendo ridere Josef. Il giorno seguente, Josef raccontò l’avventura ai suoi amici a scuola. Tutti rimasero affascinati dal coraggio di Josef e dall’abilità di Giordy. Alcuni gli chiesero se potevano portare i loro cagnolini per una lezione di “detective”. Con il tempo, Josef e Giordy divennero famosi nel quartiere per le loro capacità investigative. Ogni volta che qualcuno smarriva un oggetto, sapevano a chi rivolgersi. Josef iniziò persino a tenere un piccolo diario in cui annotava ogni caso risolto, come un vero investigatore.
Un giorno, un vicino anziano bussò alla porta. Aveva perso il suo orologio da tasca, un ricordo di famiglia. Josef e Giordy si misero subito al lavoro. Dopo un’accurata ricerca, scoprirono che l’orologio era caduto tra le assi del portico. Il vicino fu così grato che regalò a Josef una lente d’ingrandimento, dicendo: “Ogni detective che si rispetti ne ha bisogno!” Così, la vita di Josef e Giordy si riempì di avventure e misteri. Ma ciò che rendeva tutto speciale era il loro legame indissolubile e il sostegno della mamma, che ormai sapeva di poter contare su di loro per ogni evenienza. E mentre il sole tramontava su un’altra giornata piena di scoperte, Josef si sedette accanto a Giordy e disse: “Sai, Giordy, con te accanto non ho paura di nulla. Siamo la squadra perfetta!” Giordy rispose con un affettuoso leccotto sul viso, e Josef scoppiò a ridere, certo che tante altre avventure li aspettavano dietro l’angolo.