In paese i rintocchi delle campane portavano brutte notizie: la Signora Libretto, la maestra delle elementari che per tanti anni aveva insegnato nella scuola del regno, purtroppo era morta. La notizia era arrivata alle orecchie di tutti ed in poco tempo aveva fatto il giro delle case fino ad arrivare al palazzo, ed anche se già da diversi anni era in pensione, tutti i suoi piccoli allievi ormai diventati grandi si erano precipitati per darle l'ultimo saluto.
Josef quel giorno si recò a casa di Carletto, il nipote della Signora Libretto, per fargli compagnia, ma quando lo vide si accorse subito che qualcosa non andava. Carletto era un bambino vivace ed allegro, ma quel giorno era diverso, sembrava come se la solita luce si fosse spenta, così Il papà gli spiegò che era normale che fosse così triste per la perdita della nonna. Josef però non ne era convinto: quel bambino non era il suo amico, quello al quale solitamente era difficile stare dietro, lo stesso che in quel momento invece sembrava paralizzato in uno stato di immobilità, steso sul suo letto senza avere neanche la forza di alzarsi.
Non poteva accettare che il suo buon amico si trovasse in quello stato, così chiese a Giordy di fargli le feste, un tentativo che però non ebbe successo. Il cucciolo di Bolognese quindi scese da letto con un salto e si nascose dietro le gambe del suo padroncino, sembrava anche lui rattristato dal bimbo stesso sul letto. Josef, dopo alcuni altri tentativi andati in fumo, decise di chiedere aiuto all'unica persona che conosceva capace di aiutarlo, la Cugina Cristy.
La principessa arrivò in un battito di ciglia, anche lei conosceva la signora Libretto e il suo vivace nipote, quindi, senza perdere tempo prezioso, parlò subito con il padre di Carletto, il quale le spiegò che il bimbo adorava la nonna e che negli anni avevano passato tanto tempo insieme. Lei era una donna dolce e gentile ed era una bravissima pasticcera, aveva anche insegnato a Carletto a fare biscotti a forma di animaletti. La principessa ascoltò con attenzione tutta la storia e poi disse ai genitori che avrebbe provato lei a risvegliarlo da quel torpore
"Ciao Carletto" disse Cristy entrando nella stanza, il bimbo sentendo quella voce finalmente si voltò: "Cosa ci fai qui?" – chiese ancora steso sul letto – "Sono venuta per parlare con te!" – gli rispose la Principessa – "Il tuo cuore in questo momento è rinchiuso in una scatoletta chiusa a chiave, dobbiamo riaprire quella scatola per permetterti di stare bene." Il bimbo, annuendo, le chiese cosa doveva fare.
La principessa gli chiese quindi di fare un bel disegno che avrebbero portato alla nonna. "Non possiamo!" – disse il bimbo addolorato – "Mio padre mi ha detto che ora la nonna non c'è più". Cristy lo guardò con dolcezza e gli rispose che la nonna non poteva più fare i compiti con lui, né preparare i dolci o fare le altre cose che prima facevano insieme, ma che non era vero che non esisteva più. Nel sentire quelle parole la scatola che rinchiudeva il cuore di Carletto era diventata meno stretta ed opprimente, il bimbo sentiva meno il suo peso nel petto, così iniziò a disegnare.
Una volta che ebbe finito il disegno, Cristy gli chiese di seguirlo in cucina ed iniziò a tirar fuori farina, uova e altri ingredienti per preparare dei biscotti: Carletto era fermo, seduto lì davanti a guardare la Principessa che impastava, finché ad un certo punto si alzò per darle una mano, spiegandole che la nonna gli aveva insegnato alcuni trucchetti per farli venire più morbidi. Finito di preparare l'impasto, Cristy gli spiegò che da quel momento in poi, ogni volta che avrebbe preparato dei dolci con la mamma o con il papà, il suo pensiero sarebbe andato alla nonna e a quello che gli aveva insegnato. Allo scandire di quelle parole, la scatola che rinchiudeva il cuore si aprì un po’ di più, facendolo sentire ancora meglio
"Ora facciamo un gioco" – continuò Cristy – “Vestiti, indossa qualcosa che piaceva tanto alla tua nonna, così poi potremo uscire fuori: quando sarai pronto, io proverò ad indovinare quale è questo indumento”. Carletto tornò nella stanza e dopo un po’ ne uscì vestito di tutto punto: indossava un bermuda blu, una polo bianca ed una giacca di lino blu. "Sei proprio un ometto!" – esclamò la Principessa vedendolo – e dopo un attimo di riflessione aggiunse: "Secondo me si tratta della giacca.” Carletto spalancò gli occhi: "Si, è vero!" rispose con bel sorriso. "Sono sicura che la nonna avrebbe apprezzato la tua scelta" – continuò Cristy in tono confidenziale – anche perché ora andremo insieme a salutarla e a portarle il tuo regalo. Mentre pronunciava quelle parole, prese il disegno che il bimbo aveva appena fatto e glielo consegnò: Carletto lo piegò accuratamente, lo mise nella tasca della sua giacca ed uscì con la principessa. Ora che finalmente il suo cuore era libero dalla scatola, il piccolo si sentiva decisamente meglio.
"Mi sento guarito" – disse poco dopo Carletto mentre procedeva a passo svelto verso il cimitero – "Ne sono davvero lieta!" – rispose la principessa – "Il tuo cuore ora mi sembra meno stretto da quella scatola, ma dobbiamo accertarci che tu te ne sia liberato completamente” – continuò Cristy dolcemente fino a quanto furono arrivati nel luogo dove la nonna sarebbe stata sepolta. "Perché tutte quelle persone si avvicinano a quel fosso e salutano quella grande scatola?" – chiese Carletto – "Quella scatola, come la chiami tu, è una bara e dentro c'è la tua nonna, tutte quelle persone sono venute per salutarla per l'ultima volta". Carletto, con il volto dispiaciuto, disse con la voce strozzata dal pianto "Allora è vero che non vedrò più la mia nonnina!" – Cristy allora, con tutta la dolcezza possibile, dopo essersi inginocchiata dinanzi al bimbo lo accarezzò e lo abbracciò dicendogli che non avrebbe più fatto tutte le cose che faceva prima con la nonna, ma che ogni volta che le avesse fatte da solo o in compagnia dei genitori o degli amici, la nonna sarebbe stata insieme a lui, perché sarebbe vissuta per sempre nei suoi ricordi e nel suo cuore.
Carletto ricordò tutti i bei momenti passati con la nonna e lasciò cadere nella buca il disegno che aveva fatto, poi però iniziò a piangere e più piangeva più i ricordi diventavano reali, fino a quando la principessa Cristy lo prese per mano e gli disse "abbiamo cacciato via per sempre quella scatola, ora sei guarito veramente". Carletto, con il volto ancora rigato dalle lacrime, saltò in braccio alla principessa abbracciandola teneramente: era proprio vero, il suo cuore era finalmente libero.
di Danilo Di Pinto
disegni di Silvia