Il suono della campanella da fine alle ostilità altro giorno di scuola finito, oggi non ho niente con me da poter mangiare quindi, vado velocemente a prendere la mia splendida vespa per tornare a casa, ma mi trova una bella sorpresa, Marco è li che mi aspetta, mi avvicino, gli faccio capire che è meglio se non ci vedono insieme e gli do appuntamento dietro la piccola palestra.
Mi guardo attorno, salgo sulla vespa e lo raggiungo, sembra più grosso della sera prima, mi da appuntamento alle 21.00 per l’inizio dell’addestramento, non credo sia tipo da accettare eventuali ritardi, lo saluto e torno a casa, pranzo velocemente, finisco i compiti e esco nuovamente, ho i miei soliti allenamenti, oggi Bike, ci toccheranno almeno cinquanta chilometri, devo stare attento a non esagerare.
Arrivo primo, mi sono lasciato trasportare per mia fortuna ho rallentato drasticamente facendomi rimontare, ma gli altri arrivavano troppo lentamente e quindi vinco ugualmente, altri complimenti, questa volta però qualcuno inizia ha notare i miglioramenti e la cosa non fa piacere, Luca il capitano della squadra non era mai stato battuto in pista, e la cosa non riesce a digerirla.
Si è fatto tardi, preferisco non perdere tempo rientro a casa mangio velocemente e alle 20.45 sono già nel posto dell’appuntamento, sono in anticipo, non volevo proprio rischiare, “cosa ci fai qui?” Sono Luca e Paolo, mi sembra strano vederli così lontani dalla loro casa, “che mi abbiamo seguito?” penso ansiosamente, “stavo facendo un giro” rispondo cercando di mantenere la calma, non vorrei incontrassero Marco, sarebbe difficile da nascondere un colosso come lui.
“Anche oggi ti sei comportato bene in pista, bravo” mi dice Luca, “continua cosi” aggiunge andando via, butto fuori l’aria lo ringrazio e faccio finta di andar via, sono lontani oramai e sono le 21.00 quindi il prossimo ad arrivare sarà Marco, speriamo non mi spaventi come la sera prima. Non è solo, con lui c’è anche Alzar, mi sento più sereno.
Mi si avvicinano, poi Alzar prende una specie di ciondolo e me lo consegna, Marco ne possiede uno identico al collo, lo avevo già notato. “cosa devo fare” gli chiedo, Alzar mi indica un piccolo bottoncino sulla parte laterale del pendaglio “Premilo e ti troverai in un altro luogo e in un altro tempo, sarà li che ti allenerai con Marco, lui saprà guidarti fidati cecamente, quando avrete finito ripremi il tasto e ti ritroverai nel luogo di partenza.”
“Il tempo al suo interno è diverso da quello che conosci” continua Marco “tutto quello che faremo durerà pochi minuti anche se ti sembreranno ore, così non dovrai mai giustificare la tua assenza” ringrazio per questo regalo, ma so che poi me ne pentirò, ore in compagnia di quel gigante che mi dovrà addestrare al combattimento credo sai qualcosa di duro, comunque come già detto non posso fare molto, almeno per adesso, schiaccio il bottone.
Il luogo dove mi trovo è diverso da come lo immaginavo, distese di rocce e pietre, ovunque guardo solo desolazione, Marco e poco più avanti che mi osserva, poi inizia a correre verso di me spicca un balzo e mi è addosso, mi colpisce con forza al volto, finisco a terra, si allontana di qualche passo, anche se stordito mi rialzo, mi tocco la mascella sento dolore, strano ieri mi è caduto un palazzo a dosso e non ho sentito niente oggi un pugno mi procura un dolore pazzesco, “qui le regole cambiano, niente poteri” mi dice soddisfatto, ora ho veramente paura.
Ricomincia a correre, questa volta schivo il colpo e provo a colpirlo a mia volta, reminescenze delle lezioni di difesa del corpo, ma lui e troppo grosso, troppo veloce, troppo forte si gira e mi colpisce nuovamente, un pugno deciso allo stomaco, mi piego in due, mi sento vomitare. Finisco nuovamente a terra e ancora una volta anche se con maggior fatica mi rialzo, mi tremano le gambe, ma non mi arrendo non è nella mia natura.
“Quando iniziamo con le lezione” gli dico sarcastico, sono in piedi e cerco di restare dritto, ma sento dolori ovunque, Marco non sembra gradire, ricomincia la solita corsa verso di me lo schivo faccio un passo verso destra provo a spingerlo, lui si gira evito l’impatto, si mette di fianco mi sferra un colpo con la gamba destra riesco solo a coprirmi con le braccia, ma faccio un volo all’indietro di dieci metri. Sono steso in terra allungo lentamente la mano al collo cerco il pendaglio per premere il bottone e tornare a casa. Non c’è, sparito mi alzo lentamente, lo cerco meglio, ma niente.
Marco si avvicina apre la mano e fa cadere il ciondolo, poi lo schiaccia riducendolo in mille pezzi, lo guardo spaventato, non vuole allenarmi ma solo eliminarmi per prendersi il potere del Guardiano, si gira di spalle si allontana di qualche passo, poi si ferma torna nella solita posizione di attacco, mi alzo a fatica non voglio morire, e pronto inizia la sua corsa, poi spicca un altro balzo sta per colpirmi con tutta la forza, con tutto il peso che dispone, un attimo prima dell’impatto incrocio le braccia a difesa del corpo “basta!” urlo con quanta voce in gola.
(di Danilo Di Pinto)
disegni di Ory