La morte si avvicina, non vedo niente, il suo volto e’ vuoto, spero faccia presto, non ho voglia di sentire dolore...
ecco dov'ero, ad un passo dai titoli di coda
Poi accade qualcosa che non avevo considerato possibile e che anche la morte non aveva previsto, mi sento bene, non sento dolore riprendo la sensibilità di tutti i mie arti, il mio fisico risponde riesco a liberarmi ed ad alzarmi in piedi, come se niente fosse successo. Prima un boato e tutto quello che mi sta attorno viene distrutto poi mi accorgo che il mio corpo inizia ad emanare una luce intensa, come quella che avevo visto un attimo prima che il palazzo crollasse sembro diventare una stalle cometa.
La figura nera, mi si scaglia contro, non ho più paura, non è la morte, ma qualcuno che gli assomiglia, dal mio fisico atletico, ma non troppo, un’energia che non avevo mai sentito mi invade completamente, la luce gialla è contornata da scariche elettriche come se il mio corpo generasse piccoli fulmini, allungo il braccio verso il mostro nero e una fascio di energia proveniente da me lo investe disintegrandolo. In lato tuoni e fulmini impazzano.
“Sono stato io”, penso guardandomi le mani, pazzesco sarei dovuto essere morto ed invece genero energia pura. “Cosa mi è successo?” mi chiedo, però poi la mia attenzione torna sulla situazione iniziale. Cosa è successo a quel ragazzo, provo a cercarlo, magari lui saprà cosa dirmi, cerco tra le macerie, mi accorgo solo dopo di aver sollevato massi e mura distrutte come se niente fosse, devo avere anche una forza straordinaria, “dopo provo anche a volare”, la mia mente divaga, ma prima viene il ragazzo.
Cerco freneticamente, il cuore mi batte all’impazzata, vedo finalmente il corpo, è sommerso da una lastra di ferro, mi avvicino, lui non si muove, sembra morto. Non è una cosa che mi fa piacere vedere, ma non posso lasciarlo cosi, anche se ci fosse una sola possibilità devo provare a salvarlo. Sollevo agilmente la struttura che lo imprigiona, la butto via, ora è libero. E’ messo male devo portarlo in ospedale, mi volto, poco più là vedo la vespa rossa, un pomodoro schiacciato, dovrò spiegare anche questo a mio zio, che brutta giornata.
Il ragazzo respira, un sollievo, ma le cose sembrano girare tutte contro di me, contro di noi, infilo le mani in tasca per afferrare il cellulare, non oso guardare, ne fuoriesce una sottiletta, anche chiamare un’ambulanza è da scartare, non mi arrendo, lo carico sulle spalle, lui è veramente enorme, non ci avevo fatto caso, sembra un armadio, proverò a fermare una macchina, l’ospedale non deve essere lontano, almeno cosi ricordo, faccio pochi passi e finalmente un tipo sbucato quasi dal nulla, mi si avvicina e mi si mette d’avanti. Chiedo aiuto
Tutto quello che mi è successo fino ad ora già incredibile di suo, è niente rispetto quello che sta per accadere, “sei tu quello nuovo?” mi dice scrutandomi attentamente. “non so cosa intendi” gli rispondo prontamente, poi gli faccio capire che non sono proprio nelle condizioni migliori per chiacchierate del più e del meno, insomma c’è un ragazzo che a occhio è il doppio di me e che reggo sulle spalle, dovrebbe essere più reattivo e comprendere la situazione.
“Fammi capire” ricomincia a dire sotto una piaggio che sta cadendo copiosa “non ricordi niente?”, sembra ancora più incuriosito, io sto perdendo la pazienza, adagio il ragazzo per terra e con calma gli rispondo “non so chi sei e cosa vuoi da me” inizio a dire “ma qui c’è un ragazzo che ha bisogno di aiuto, quindi o mi dai una mano o mi lasci passare” sembra turbato dalla risposta, ma non si sposta
Scuote la testa come in cerca di una risposta che non gli arriva, poi ricomincia “ero da quella parte della strada, ho visto tutto” quelle parole iniziano a dare un senso al discorso iniziale, forse lui sa darmi delle risposte, lo guardo più incuriosito di prima, lui sembra accorgersene, un sorriso illumina il suo viso, solo ora mi accorgo dei sui lineamenti cosi delicati, alto e snello dal colorito bianco emana pace.
“Strano che tu non ricorda niente” inizia dire “ sono Cocoi un soldato dei Lusti, sono stato mandato da Tolesso per portarti da lui, ci sono cose magnifiche che tu ora puoi fare. Vieni con me”
Cambia la situazione, lo vedo sotto una nuova luce, quest’uomo mi può aiutare a capire “sono sicuro che potrai spiegarmi tutto, ma prima devo portare questo ragazzo in ospedale” le mie priorità sono altre sono sicuro che mi può capire, ma la sua risposta mi lascia perplesso. “Lascialo pure, sei destinato a cose più importanti, verrà qualcun altro a recuperarlo”. Risposta sbagliata, recupero il ragazzo e faccio alcuni passi.
“Tu non hai idea di quante cose puoi fare, e ti fermi a perdere tempo con un giovane che nemmeno conosci” si fa più vicino il suo volto è meno rassicurante, “lascialo stare diavolo di un angelo” sento dire. Un vecchio alle mie spalle si avvicina con passo sicuro. Cocoi fa un passo indietro sembra conoscerlo.
“Joe vai pure qui ci penso io” sa il mio nome, la cosa diventa ancora più strana, faccio altri due passi, ma il tipo alto e snello mi si para nuovamente avanti, non sembra capire, dal mio corpo nuovamente una luce fuoriesce, ma prima che possa fare altro il vecchio gli lancia contro un fulmine, Cocoi fa un balzo in alto delle ali gli sbucano dalla schiena, ora sembra proprio un angelo
Quasi mi viene un dubbio, forse sto sbagliando, ma le cose non quadrano, se fosse stato un angelo veramente mi avrebbe aiutato con quel giovane, ancora prima avrebbe impedito a quella figura scura di far crollare il palazzo rischiando di ucciderci, mi volto verso il vecchio, sembra capire i miei pensieri “non è un angelo, almeno non come intendi” sta a te la scelta. La luce sparisce l’energia del mio corpo si dissolve e mi allontano.
Cocoi si lancia a capofitto su di noi, ma il vecchio lo colpisce in pieno con una folgore, l’angelo sparisce tutto torna normale, il cielo sembra schiarirsi. “Non volevo, mi ha costretto lui” sembra cercare la mia approvazione. Arrivano pompieri e ambulanze in tutta fretta, qualcuno deve aver avvisato del crollo, finalmente è tutto finito, o quasi, sono in ritardo per la scuola, non mi crederanno mai.
“Mi chiamo Alzar” dice il vecchio, “ora vai a scuola e cerca di dimenticare quello che ti è successo, mi farò vivo io” lo guardo incuriosito, come posso dimenticare tutto quello che mi è appena successo, lui mi guarda sembra capire, mi regala un sorriso che mi tranquillizza, “devo capire cosa sia successo e perché non hai memoria del passato, tu invece stai attento e non fare l’errore di mostrare i tuoi poteri” rispondo con un cenno del capo non troppo convinto, ma mi fido e non posso fare ne dire altro, aspetterò
“Dimenticavo” mi dice mentre ormai mi stavo allontanando “da oggi tu sei il nuovo Guardiano!” senza voltarmi continuo a camminare tra le macerie e il suono delle sirene, non so cosa significa, ma non ho tempo per pensarci, spero solo di non dovermi cucire un costume da supereroe la calzamaglia mi starebbe male.
...Terzo Capitolo
(di Danilo Di Pinto)
disegni di Ory