LUI: Fuori piove, lo si capisce dal rumore lento, poi più intenso proveniente dal tetto spiovente. Le gocce sulle vecchie tegole creano un suono inconfondibile, una nenia che lui conosce bene. Si avvicina alla finestra, scosta la tenda e si incanta guardando fuori. Il paesaggio è sempre quello, sotto la pioggia però diventa magico, misterioso. Sembra che i lineamenti diventino più marcati e visibili, i confini più chiari. La luce degli occhi illumina la sua sofferenza, sul pavimento una goccia di pioggia cade dal suo viso, una lacrima scivola via senza avvisare. Lascia la tenda che con un movimento rapido si rimette a posto, magari fosse tutto cosi semplice.
LEI: Piove. Da giorni ha atteso quel momento ed ora finalmente è arrivato. Come un toccasana rinfrescante, un miracoloso unguento sulle ferite, la pioggia lenisce e porta con se un'ondata di gioia nel suo giovane cuore ammalato. Il canto delle gocce che cadono sul mondo è per lei poesia ed ispirazione, lo è sempre stato. Quando piove ogni cosa assume un aspetto diverso, diventa magica, misteriosa, ma anche perfetta, la pioggia ha il potere di rendere tutti uguali, non distingue bene e male, ma descrive solo il loro contorno. Al primo scroscio tutto sembra fermarsi, come se per un attimo la terra smettesse incredula di girare, per poi riprendere il suo moto ordinato o disordinato che sia. Anche le persone prese alla sprovvista fanno quello stesso gesto inconscio, si fermano. C’è chi si guarda attorno in cerca di un riparo, chi l’orologio perché bisogna andare avanti, altri invece gli abiti e le scarpe indossate per valutare se e come proseguire. Qualcuno invece, ma solo pochi, guardano in su. Lei ovviamente fa parte dei pochi, alza la testa al cielo ed osserva le gocce che scendono riuscendo a scorgere oltre le nuvole, oltre ogni pensiero, vivendo appieno quella pioggia che le bagna il viso e che le porta il riparo che cerca. Per un attimo chiude gli occhi e tutto diventa possibile, le sembra di essere proprio lì fuori.
LUI: Si gira, si asciuga gli occhi, sospirando alza la testa, si schiarisce l'animo. Fuori ora è nuovamente lontano e confuso, come da giorni nella sua vita. Pochi passi gli danno nuovamente il controllo di se, "sta piovendo" dice con voce malinconica, “che bello" si sente rispondere. Pochi passi poi si siede sul divano in pelle marrone, sprofonda nei cuscini ormai consumati dal tempo, dall’uso. Pensa che a lei piace la pioggia, l'odore inconfondibile della natura in festa. Ama passeggiare sotto la sottile pioggerella, gode del fresco sul viso, sulle mani, cosi come ama restare in casa quando fuori c'è il temporale con tuoni e lampi a creare una cornice fantastica. Le scalda il cuore sedersi sul divano e restargli accanto.
LEI: “Sta piovendo” sente una voce provenire dalla salone. “Che bello” gli risponde d'impulso con un'espressione di gioia e soddisfazione, poi si volta sorpresa di averlo detto ad alta voce, un sorriso le scappa, ma il lavoro la fa ritornare in sé, ha un articolo importante da scrivere e la pioggia può aspettare. Un tempo non avrebbe certo perso l'occasione, avrebbe indossato il suo kway preferito, un paio di galosce o di scarponi adatti e si sarebbe precipitata fuori per una passeggiata, ma aveva dovuto già rinunciare tante volte ed anche a questa non poteva concedere un'eccezione. Si riprende ma ha bisogno di conforto, sa dove trovarlo.
LUI: Arriva lei con passo veloce e allegro. Si siede al suo fianco con un sorriso che disarma, gli accarezza dolcemente il viso, poggia la testa sul suo petto e con un filo di voce gli sussurra"ti amo". Lentamente alza la testa e cercando il suo sguardo attende impaziente una reazione che non arriva. Lui è distante. Lo stringe più forte , “c'è tempo “pensa. Un rumore dalla cucina, qualcosa che è caduto lo distoglie per un attimo da quei pensieri. Si alza, a passo lento entra a controllare, ma niente, forse solo l’assestamento della credenza. Rientra in sala, si ferma, il divano è vuoto, come da giorni ormai. Lei è sparita, il suo cuore non lo accetta.
LEI: Si siede un po' rassegnata sul divano scomodo, ma bello o almeno cosi dicono quelli che conosce; ha su quell'espressione che le fa comparire sempre un sorriso malinconico, sembra quasi il titolo della sua vita, le manca proprio qualcosa. Poi chiude gli occhi ascoltando la pioggia che viene giù assieme ad una lacrima che sembra fare altrettanto. Lo abbraccia con tutta se stessa, “Ti amo” dice, gli esce fuori con semplicità con naturalezza, perché il suo cuore ci crede, ha sempre creduto, ma non sente alcuna risposta, non l’ha mai sentita, si alza va in cucina ed accende la macchina del caffè elettrica, aggiunge l’acqua nel serbatoio e l’orzo nel vano. Apre la credenza in cerca della sua tazza preferita ma non è li, poco male, afferra la prima che le capita. L'imprecisione di quel gesto fa perdere l'equilibrio ad un contenitore di metallo leggero, sopra c’è scritto zucchero, per fortuna è vuoto. Lo raccoglie e lo rimette a posto, torna in salone lui è andato, fa un piccolo sospiro, poi si passa le dita sotto gli occhi ed asciuga il viso. Deve lavorare non c’è spazio per altro
LUI: Indossa l'impermeabile, allaccia la cinta, mette le chiavi in tasca, il portafoglio nell'altra, il cappello nero resta appeso all'attaccapanni. Oggi non serve. , "Ti amo" dice, ma ora non c'è più tempo. Esce. Mentre passeggia la cerca in ogni singola goccia, sente la sua voce nel tintinnio della pioggia che cade costante, il suo odore sulla strada bagnata, l'acqua lo ricopre. Era meglio se fosse stato con lui, ma lei doveva lavorare, aveva impegni più grandi, priorità più importanti. Una speranza lo accompagna, un pensiero delicato, dietro ogni angolo aspetta di incontrarla con quel suo viso dolce che gli grida “Eccomi qua” e tutto torna normale. La strada è deserta però, sulla via ogni tanto passa veloce un auto con i fanali accessi ad illuminare il dopo. Le insegne sono spente. Nel buio la croce della farmacia si illumina ad intermittenza. Alcune lampadine sono fulminate e l'effetto non rende giustizia.
LEI: La caffettiera ha raggiunto la temperatura”, nel pensarlo si ferma per un attimo, una fitta al cuore la trapassa... “ti amo” sente dire, ma non è possibile. Posiziona la tazza sotto il rubinetto e preme un bottone, l’orzo scende copioso, scuro profonde quell'aroma intenso che riporta tutto alla normalità. Torna di là in salone, afferra le pratiche lasciate sul mobiletto e le sistema sul tavolo. Si siede comodamente dando un bel sorso all’infuso fumante e s'immerge nella carte per un attimo ancora pensa di uscire di fare una corsa di raggiungerlo ovunque, ma i pensieri vanno è vengono la vira resta, e lei non può fare altro.
LUI: Entra prende il numero, si avvicina al bancone, il display è spento. Il farmacista prima gli fa un sorriso poi lo osserva meglio. Si accorge che ad ogni passo il pavimento bianco si trasforma in un quadro astratto e che qualcuno dopo dovrà ripulire. Quel qualcuno purtroppo sarà proprio lui! Cancella il sorriso dalle sue labbra, gli prende contro voglia il farmaco richiesto, lo incarta. Sono gocce per dormire, “altre gocce “pensa. Paga ed uscendo completa l'opera sul pavimento. Senza fare altro torna a casa, la pioggia smette di cadere, le nuvole si diradano lentamente. Intanto nella testa tutto si affolla, si incupisce, arriva alla porta, guarda le chiavi in cerca di un’ispirazione poi la inserisce nella toppa gira ed entra. Lei è li. Sta aspettando seduta al tavolo mentre sorseggia una tazza di orzo bollente . Il fumo esce copioso, "non so come fa" pensa, lei sorride poi abbassa le gambe che fino a quel momento aveva incrociate sopra la sedia, si tira su, e si avvicina. Gli da un bacio sulla guancia e si dirige in cucina, lui aspetta impassibile, poi si volta, lei è nuovamente sparita, la tazza è nel lavello sporca, è li già da tempo, un giorno la pulirà, non è ancora pronto.
LEI: Fra una riga e l'altra sia accorge di una musica che sta passando come quando una banda si allontana, ne avverte il suono svanire lentamente. Si affaccia alla finestra, la pioggia ha smesso di cadere e fuori è tutto bagnato, si rammarica un po' di aver perso un'occasione. Forse se fosse uscita avrebbe ripreso quella carica che sente di aver perso, lui avrebbe approvato. Guarda lontano ma i suoi occhi non vedono, è tutto confuso nella sua mente, “perché è tutto cosi difficile?” Torna al tavolo dove quelle pratiche aspettano di essere lette e si siede assumendo quella posizione scomoda per chiunque tranne che per lei. Sorseggia l’orzo ancora caldo quando sente la porta sbattere, alza di scatto la testa cercando di capire ma, niente… deve essere solo il vento. Da un ultimo sorso poi si alza e va in cucina a svuotare la tazza che lascia nel lavello. Non ha voglia di sciacquarla.
LUI: Tira fuori il flaconcino dalla tasca e lo colloca sulla credenza. Si toglie la giacca ancora bagnata e la sistema sul termosifone . Entra in bagno, apre il rubinetto e l’acqua calda riempie la vasca. Aggiunge delle essenze profumate, lei lo prende in giro. Aveva storto il naso quando le aveva acquistate. “Roba da ragazze” aveva detto, poi non era riuscito più a farne a meno. Si volta, si spoglia, lancia tutto nella cesta dei panni sporchi, si ferma ...ora è solo . Controlla l’acqua nella vasca, entra e si rilassa. Almeno ci prova, sa di non poter far altro. La luce si spegne, deve essersi fulminata la lampadina, “poco male” pensa resta steso per un attimo sereno. Il tempo sembra non passare, se non fosse per le increspature sulle mani e per l’acqua non più calda. Esce dalla vasca si asciuga ed indossa il pigiama. Non ha fame è solo stanco, non vuole però rischiare un’altra notte insonne.
LEI: Da un’ultima rapida scorsa ad alcuni articoli che aveva scritto, prima di rimettere tutto nelle cartelline, chiuderle ed impilarle con ordine. Per oggi può bastare. Poggia una mano sulla pila, accarezza lentamente la custodia di cartoncino, poi si ferma, ci da sopra un piccolo colpo a mano aperta e si allontana. Va in bagno scherza per tutte le boccette di essenze e aromi naturali, lui era contrario poi nel tempo ne aveva comprati di tutti i tipi. Spegne la luce centrale lasciando accesa solo quella della specchiera da un effetto di maggior relax va in camera da letto, si spoglia lentamente non ha fretta, piega tutto con cura, ritorna in bagno c’è un bel calore, apre l’acqua della doccia, sistema un asciugamano sul termosifone e l’accappatoio sul gancio. Controlla che la temperatura sia quella giusta e prima di entrare accende la radio, una vecchia canzone si diffonde in tutto l’ambiente. Entra nella cabina doccia lasciando fuori tutto il resto. L’acqua le scende addosso attesa come un rimedio che placa ogni malessere nei suoi pensieri gocce di pioggia la investono.
LUI: Prende il flacone lo versa interamente nel bicchiere, non si dovrebbe, fa un bel respiro e lo beve tutto d’un fiato, il sapore è amaro, fa una smorfia con la bocca, poi si stende sul letto e spegne la luce della lampada sul comodino, il flacone e li vuoto con mille gocce svanite in un attimo, una musica lo accompagna, sembra tanto vicina, un melodia vecchia un bel ricordo, poi silenzio. Prima che lui chiuda gli occhi lei si avvicina, lo raggiunge, si stende accanto e lo accarezza dolcemente. Chiude gli occhi, ma questa volta lei non sparisce, la sente, avverte la sua presenza ed è felice, non si sente più solo.
LEI: Esce, si asciuga e ricopre il corpo di una crema profumata all'Hibiscus massaggiandola con calma per farla assorbire, indossa il suo pigiama comodo e spegne la radio. Un'altra giornata si è conclusa, la sua vita forse lo è già da un po’. Si stende sul letto cercando di rilassarsi sperando in un sonno senza incubi, si gira su di un fianco abbraccia il cuscino e chiude gli occhi, si addormenta e tutto svanisce lui non c’e, ma lei sa che tra non molto la raggiungerà per un attimo non si sente sola.