Al Palazzo i preparativi per la festa sembrano non finire mai, come ogni anno infatti tutti dedicano tutto il tempo disponibile affinché la festa del Santo Natale sia indimenticabile. In cucina la Signora Farina non è sola al suo fianco tanti giovani cuochi si muovono frenetici tra i fornelli, il menù scelto dal re prevede tante pietanze prelibate ed in cucina le pentole bollono e le padelle sfrigolano rilasciando odori fantastici. Il signor Cortese invece si trova nella sala grande a dirigere tutta la servitù, come un direttore d’orchestra con movimenti veloci della mano a scandire i tempi. Tutto sembra muoversi a tempo come una danza impazzita, ma bellissima.
Nel salone delle feste sotto il grande Albero addobbato con lucine, strenne e palline di ogni colore Cristy sta mettendo l’ultima coccarda sulla decina di pacchi regalo che ricoprono tutto il pavimento. Anche per lei il lavoro di impacchettare e sistemare i regali sembrava difficilissimo, ma con l’aiuto di un piccolo amico “bau” anzi due piccoli amici era riuscita a terminare in tempo. Infatti Josef con il cucciolo di bolognese Giordy, colpiti dalle luci che illuminavano la notte al castello, avevano deciso di raggiungere la cugina.
Sistemato l’ultimo pacco Cristy fece due passi indietro per ammirare il lavoro appena finito, mentre Josef e Giordy erano più interessati ai dolci appesi all’albero, i loro occhi grandi fissavano tutte le quelle bontà sperando in un premio, quindi la principessa afferrò un bacchetta di zucchero colorato per il cuginetto ed un biscotto a forma di osso per il piccolo amico peloso, poi fece un bel sorriso e glieli regalò. Finalmente ora poteva riposare, la giornata era stata più complicata del previsto.
Qualche ora prima il piccolo Josef era arrivato al palazzo per vedere da vicino tutte le luci e soprattutto per giocare con la principessa Cristy, ma vedendo tutti i regali sotto l’albero, aveva abbandonato in un attimo le sue idee e si era lanciato verso tutti quei giocattoli, i suoi occhi erano pieni di meraviglia, la gioia gli riempiva il cuoricino, aveva deciso di aprirli tutti per poter giocare.
Cristy vedendolo arrivare di gran carriera allargò le braccia impedendogli il passaggio, la Principessa aveva capito le intenzioni del piccolo cugino, ma non poteva permettergli di aprire i regali prima di Natale e soprattutto molti di quei pacchi non erano suoi. “Josef non sono tuoi” disse Cristy ancora ferma d’avanti ai regali. Il bimbo si fermo di botto, non si aspettava l’opposizione della Principessa, “cosa intendi?” chiese il bimbo incuriosito. Cristy quindi vedendo il cugino ormai fermo avanti a lei abbassò le braccai e gli spiegò che tutti quei regali erano per i bambini del regno, un piccolo regalo che Babbo Natale portava in anticipo al palazzo per velocizzare le consegne. “Quest’anno però mi ha chiesto di impacchettarli io perche alcuni elfi non si sono svegliati in tempo” aggiunse Cristy. Josef sentendo quelle parole si allarmò subito. “Sei sicura?” chiese “gli Elfi non si sarebbero mai dimenticati di svegliarsi” aggiunse preoccupato. Cristy quindi lo rassicurò dicendogli che Babbo Natele era sereno, poi aggiunse “aiutami con i pacchi, così quando avremo finito potrai andare a controllare tu stesso” Josef accettò la proposta della cugina e si mise all’opera.
Finalmente dopo più di un’ora i due “bau” i tre finirono di sistemare tutti i regali, quindi con caramelle e biscotti a forma di osso si recarono nel giardino sul retro del palazzo, Josef era pronto per raggiungere il polo nord per controllare che tutto fosse in regola. Cristy quindi attese che Josef e Giordy si sistemarono sulla giostra girevole per ricordargli cosa doveva fare. “Non puoi fermarti li per molto, quella è la casa di Babbo Natale, controlla che tutti gli Elfi siano svegli e che stiano lavorando e fai ritorno” I due fecero un cenno con la testa e iniziarono a girare.
Il parco giochi si trasformò in una casa piena di colori e con tante finestre e scivoli per il passaggio dei regali i cavalli a molla diventarono le renne che trainavano la slitta, tutto a torno la neve imbiancava il paesaggio, non poteva sbagliarsi quella era la casa di Babbo Natale.
Bussò alla grande porta e dopo poco fu accolto da tre Elfi che avevano il cappello pieno di nastro adesivo e coccarde appiccicate ovunque, “nonf cif farf casof” disse uno dei tre, Josef però sembrò non capire quello che stava dicendo “scusaf” disse un altro Elfo “noif parliamof l’elfesef” continuò a dire. Questa volta anche Giordy fece una strana smorfia con il suo musetto, poi iniziò a scodinzolare e a girare in torno a tre elfi facendo loro le feste. I tre iniziarono a ridere ed ad accarezzarlo poi quello con la barba più lunga si sistemò nuovamente e chiese cosa ci facessero in quel luogo tanto lontano, “Babbo Natale ha detto che alcuni elfi non si sono svegliati e non hanno potuto impacchettare i regali” disse Josef tutto d’un fiato “volevo essere sicuro che non c’erano problemi” disse ancora quindi i tre Elfi lo condussero nelle stanza della notte per controllare con lui.
Su alcuni letti infatti alcuni Elfi stavano ancora dormendo profondamente, alcuni russavano anche rumorosamente. Josef si chiese come potevano degli Elfi cosi piccoli fare tanto rumore, ma il suo pensiero fu interrotto dal suono di mille campane. Gli elfi ancora sotto le coperte si alzarono di scatto spaventati da quel rumore tanto forte, poi quando si accorsero che era già mattina corsero subito a prepararsi. “tif ringraziof” disse l’Elfo con la barba lunga “senzaf dif tef nonf cif saremmof maif accortif dif questof edf if regalif nonf lif avrebbef impacchettatif nessunof”
Impacchettare i regali era importantissimo, una delle gioie più grandi per un bambino e per una bambina era proprio quella di scartare i regali sotto l’albero in compagnia della mamma e del papà. Togliere questo piacere ai bambini era un delitto. Josef capì cosa intendeva il capo degli elfi e lo salutò, era il momento di rientrare, quindi fece un giro per salutare tutti gli elfi e li ringraziò per il lavoro che ogni anno facevano per tutti i bambini del mondo.
Josef felice di aver dato una mano tornò alla giostra girevole e fece ritorno al palazzo dove la cugina lo aspettava. “Come è andata” chiese subito la Principessa “stavano ancora dormendo” rispose il cugino “ma il capo degli Elfi li ha svegliati in tempo” ora il Natale era salvo. Josef tornò nella sala per aggiustare alcuni pacchetti che non aveva chiuso bene e solo dopo fece ritorno a casa. Era contento di aver dato una mano a Babbo Natale ed era felice di aver imparato l’elfese, magari un giorno sarebbe tornato da loro per fare due chiacchiere in quella strana lingua.