“Anche se mai lo vorresti, le cose accadono”. Queste erano state le parole del padre al piccolo Josef che, con il faccino triste, guardava fuori dalla finestra la pioggia scendere. Sarebbe dovuto andare dalla cugina, la principessa Cristy, a trascorrere con lei il pomeriggio e magari portare a termine un’altra delle loro missioni, ma la pioggia aveva cambiato tutti i piani e quel semplice raffreddore che aveva era diventato un malanno agli occhi dei genitori premurosi.
Giordy, il suo indivisibile amico, cercava di distrarlo facendo tante capriole e lanciando qua e là piccoli abbai, ma in realtà anche lui non sembrava tanto convinto: avrebbe preferito girare per il parco anziché restare in casa, ma ovviamente non si poteva.
I due quindi si chiusero in camera e mogi mogi si affacciarono alla finestra sperando che la pioggia copiosa smettesse di cadere. I genitori del piccolo Josef, inteneriti da quel visetto tanto triste e contenti per come si era comportato nei giorni precedenti, decisero di fargli una sorpresa, invitando la nipote a raggiungerli.
Cristy, contenta di passare del tempo con il cuginetto, si presentò dagli zii e, subito dopo i saluti, indossando il sorriso più grande che possedeva, entrò nella stanza di Josef. Per qualche secondo restò ferma sulla porta ad osservare la scena e quando finalmente i due si girarono allargò le braccia in attesa di un saluto.
Ovviamente successe molto di più, Josef le si lanciò contro saltandole al collo e Giordy iniziò ad abbaiare e a scodinzolare all’impazzata: la gioia che in quel momento i due sprizzavano da ogni poro era incredibile e Cristy ne fu travolta. Un attimo dopo però, quasi con le lacrime agli occhi, il piccolo Josef le confessò che era triste non solo per la pioggia che gli impediva di raggiungerla al palazzo, ma soprattutto perché voleva liberare la principessa imprigionata.
Cristy comprese il pensiero del cuginetto e si mise seduta sulla poltroncina nella stanza in attesa che Josef e Giordy la raggiungessero. Fece poi un bel respiro e iniziò a raccontar loro una storia: sapeva benissimo che, non potendo uscire e raggiungere il parco non sarebbe stata la stessa cosa, quindi decise di procedere con il piano B.
Bimbo e cucciolo si accomodarono in terra sul grande tappeto azzurro e, senza fiatare, si misero in ascolto della fantastica avventura che la cugina voleva raccontare. Come per incanto, i due furono rapiti dalle parole di Cristy che riuscì a fargli fare un viaggio in una terra lontana.
Josef non si trovava più nella sua stanza seduto sul suo tappeto, ma in cielo, in piedi sulle nuvole bianche e soffici. Da lì il mondo sembrava piccolissimo, pieno di colori: vedeva il verde delle piante, il marrone delle montagne e il blu del mare, in ogni luogo poi vi erano colori diversi, ma tutti illuminati dal sole caldo.
Su quelle nuvole però non era certo solo, ma in compagnia di Giordy, il cucciolo di Bolognese che non lo lasciava mai e anche di un bimbo con i capelli neri e grandi occhi scuri. Josef si avvicinò a lui per salutarlo, ma quando gli fu vicino si accorse che quel bimbo stava piangendo.
Quel bambino si chiamava Paolino e veniva da una città tra le più belle del mondo, famosa per i mille e più fiori che crescevano negli sterminati prati. Tra le lacrime raccontò a Josef che tutti i giorni poteva correre tra i campi e sentire il profumo dei fiori e perdersi tra i loro meravigliosi colori. Josef però non riusciva a capire perché quel suo nuovo amico si trovasse li e perché stesse piangendo: nessuno poteva essere triste in un posto come quello del suo racconto!
Paolino gli spiegò che uno stregone, con una magia, aveva chiuso il rubinetto dell’acqua che riempiva il fiume e che quindi, senza acqua, i fiori erano destinati ad appassire. Quindi lui, di nascosto dallo stregone, era riuscito a raggiungere le nuvole per provare a prendere quanta più acqua possibile, ma purtroppo non era riuscito nell’impresa.
Ancora una volta Josef si trovava ad affrontare gli scherzi di un cattivone e, anche se quello non era il suo acerrimo nemico, il mago Malefico, doveva essere ugualmente un briccone da battere. Quindi, dopo un cenno di intesa con, l’amico a quattro zampe, offrì al suo nuovo amico il proprio aiuto, e lo tranquillizzò dicendogli che era presto per piangere, e ma soprattutto per arrendersi!
Paolino si asciugò le lacrime e gli restituì un bel sorriso, pieno di speranza. Loro due.. ehm.. – scusate! – loro tre, sarebbero riusciti a trovare la soluzione per riportare l’acqua al fiume ormai prosciugato. E i fiori sarebbero stati salvi.
Detto questo iniziarono a perlustrare la zona, ma effettivamente li attorno non c’era niente: solo tante nuvole bianche e qualcuna nera, ma, a parte quello, non c’erano né rubinetti né altri tipi di pompe. Anche un piccolo pozzo avrebbe fatto al caso loro, ma niente, non se ne trovavano, e così i fiori di quel paese erano destinati ad appassire.
I tre non volevano arrendersi, ma non sapevano neanche cosa fare, così, dopo aver camminato tanto, Paolino e Josef decisero di sedersi per riprendere fiato, mentre Giordy aveva iniziato a giocare con qualche piccola nuvola nera che si trovava li vicino.
Dopo poco Josef si rialzò, sempre più determinato a trovare l’acqua per il suo amico, che nel frattempo, nuovamente preso dallo sconforto, era ancora seduto, sicuro ormai che non sarebbero riusciti nell’impresa. Ma fu proprio in quel momento che accadde qualcosa di imprevisto: Giordy, vedendo il suo amico in piedi, smise di giocare con le nuvole e lo raggiunse di gran carriera, nonostante fosse completamente zuppo.
Lo stupore dipinse il viso dei due bimbi che non capivano come avesse fatto a bagnarsi tanto e così, senza perdere tempo, raggiunsero la nuvoletta nera con la quale il piccolo Bolognese stava giocano. Incredibile: quella nuvola era piena zeppa di acqua fresca!!! Presi da grande euforia, raggiunsero anche le altre nuvole e scoprirono che tutte quelle nere ne erano piene, si: piene di acqua fino a scoppiare!
Paolino per la gioia fece tanti salti in aria e, aiutato da Josef, ed con una piccola rete riuscì a trascinarne alcune proprio sopra il suo paese: ora non doveva far altro che strizzarle, una dopo l’altra, ed aspettare che la pioggia scendesse a dissetare i fiori e le piante ed a riempire il fiume che si stava prosciugando.
A quel punto Paolino ringraziò Josef e lo salutò, promettendogli che se un giorno avesse avuto bisogno di aiuto, lui sarebbe immediatamente arrivato in suo soccorso. Josef lo ringraziò a sua volta, Giordy gli leccò il viso, e i poi i tre amici si separarono.
Al termine del racconto, come per magia, Josef e Giordy si ritrovarono nella loro stanza, ancora seduti sul tappeto azzurro. Si alzarono di scatto e si avvicinarono alla finestra: per fortuna stava ancora piovendo. Cristy salutò il cugino e, senza aggiungere altro, tornò al castello.
Josef era davvero contento di aver incontrato Paolino, così grazie al quale aveva capito l’importanza della pioggia per tutta la natura che lo circondava, oltre ad aver scoperto che di birboni in giro ce ne erano proprio tanti: ma lui e il suo amico, uno alla volta, li avrebbero sconfitti tutti.
Cristy, arrivata al palazzo, fece una piccola deviazione nel giardino sul retro e rimase qualche secondo sotto la pioggia ad osservare fiori ed alberi che la circondavano ed un sorriso illuminò il suo viso. Rientrò a palazzo, era stanca, un’altra giornata d’avventura era finita, ora ci voleva proprio una bella dormita.
Buona notte
di (Danilo Di Pinto)
disegni di Ory