Josef, seduto con le gambe incrociate ed il mento tra le mani, osservava il parco giochi con uno sguardo perplesso. Il piccolo bolognese, amico fidato, anche lui seduto al suo fianco, restava immobile cercando di capire cosa fare. Erano passati diversi minuti ed incredibilmente i due restavano buoni buoni ad aspettare.
Cristy doveva terminare di studiare, ed aveva chiesto al cuginetto di aspettarla. Josef aveva risposto con un cenno del capo e, dopo aver salutato Cristy e il Signor Cortese, si era avviato saltellando verso quello che era diventato il suo posto preferito.
Il signor Cortese, oltre ad essere il maggiordomo, aveva il compito di assicurarsi che la principessa raggiungesse buoni risultati scolastici, e Cristy, anche se spesso controvoglia, seguiva le sue lezioni regolarmente. Quel giorno però, con l’arrivo di Josef, entrambi sapevano che si sarebbe potuta fare un’eccezione e terminare prima.
Chiusi Dopo aver chiuso i libri, la principessa sistemò la stanza, mise tutto in ordine e poi raggiunse Josef al parco; Cristy sapeva esattamente dove trovare il cugino, e quindi senza perdere altro tempo si incamminò verso il retro del palazzo. Ovviamente anche il maggiordomo sapeva dove trovare i due (anzi… i tre!) discoli e li raggiunse con delle focaccine calde che la signora Farina, la cuoca del palazzo, aveva preparato per l’occasione.
La scena che gli si presentò davanti era però ben diversa da quella che si sarebbe aspettato: Cristy, Josef e Giordy erano seduti tranquilli sul prato a contemplare il parco, quasi immobili.. Per questo si lasciò sfuggire una risata, un po’ troppo rumorosa per il suo stile, tanto che riuscì a destare le tre statuine, che si alzarono di scatto raggiungendo il maggiordomo, felici di vederlo cosi sorridente.
Era davvero una bella giornata ed il Signor Cortese, oltre alle focaccine ed alla caraffa colma di succo di frutta, aveva portato ai ragazzi anche dei cappellini, temendo che il sole fosse troppo caldo per loro. Terminata la merenda, li lasciò soli e i due, con il fidato cagnolino, si prepararono per la una nuova missione. Josef però non voleva indossare il cappellino, così Cristy ebbe una grande idea.
La giovane aveva una grande immaginazione e subito trovò il sistema per far indossare il cappello al cugino restio. La nuova missione infatti era speciale, diversa dalle altre, perché il mago Malefico, per paura che la Principessa imprigionata venisse salvata, aveva nascosto la mappa in un cratere della luna.
Josef, sentendo quelle parole, si infuriò molto con il mago ed anche Giordy iniziò ad abbaiare per dare manforte al suo amico . Cristy quindi consegnò il cappello al cugino spiegandogli che quando fosse arrivato sulla luna, avrebbe dovuto indossarlo come un casco da vero astronauta, altrimenti non avrebbe potuto respirare. Josef afferrò il cappello e fece un cenno al cucciolo, poi si voltò nuovamente verso la cugina che, intuendo la sua preoccupazione, gli spiegò che sulla luna solo gli uomini dovevano indossare casco per respirare a differenza degli animali che non ne avevano bisogno. Il bimbo, soddisfatto della spiegazione, si voltò nuovamente ed entrò nel parco.
Josef e Giordy si sistemarono sulla giostra girevole e, come per magia, tutto cambiò in un istante: scivoli, altalene e giochi a molle divennero razzi, stazioni spaziali e dischi volanti, e al posto del prato, che era sparito, erano apparsi i crateri della luna. La missione poteva cominciare, ma prima di scendere Josef indossò il casco.
I crateri erano moltissimi, Josef non sapeva che la luna assomigliasse così tanto ad un formaggio svizzero con tutti quei buchi e trovare la mappa non sarebbe stato facile. Si incamminarono quindi verso la stazione lunare, sperando che dall’alto si potesse vedere qualcosa. Giordy camminava tranquillamente al fianco del suo grande amico, tanto che Josef per un attimo pensò che i cani erano proprio fortunati a non dover indossare il casco per respirare sulla luna, ma senza perdere tempo continuò la sua ricerca.
Salito sulla struttura dello scivolo, trasformatasi per l’occasione in una stazione spaziale, iniziò a guardare in tutte le direzioni, sperando in un colpo di fortuna. Purtroppo, però, la mappa non si trovava da nessuna parte… e i problemi non erano ancora finiti. Infatti un suono improvviso si levò dal casco per avvertire Josef che la riserva di ossigeno stava per terminare e che quindi non sarebbe potuto restare lì ancora per molto.
Il bimbo scese immediatamente dalla stazione e salì sull’altalena trasformata in un razzo, sperando che in volo potesse trovare quella mappa, ma niente. In quell’occasione neanche Giordy, diversamente dalle altre avventure, era stato d’aiuto: si era solamente avvicinato al suo amico per dargli qualche musata di conforto.
Il tempo era finito, sul casco era apparsa la scritta “ossigeno in esaurimento”. Josef sarebbe tornato a mani vuote, questa volta il mago Malefico lo aveva battuto. I due, a testa bassa, si diressero verso il disco volante (la giostra girevole) che li avrebbe riportati a casa.
Prima di salire, però, Giordy iniziò ad abbaiare in direzione di una buca posta poco più avanti, ma Josef non poteva allontanarsi: purtroppo l’ossigeno era terminato e lui doveva assolutamente salire sul disco volante. Il piccolo bolognese si precipitò verso quella buca e afferrò l’oggetto che si trovava al suo interno, corse poi nuovamente verso il disco riuscendo ad entrare prima che il boccaporto si chiudesse.
Il bimbo si era molto spaventato temendo che il suo fidato Giordy non riuscisse a tornare per tempo, ma nel vederlo arrivare il suo viso si illuminò.
Josef abbracciò subito il suo amico, che fece cadere il piccolo cilindro a forma di osso appena trovato, per meglio apprezzare le coccole del suo padrone. Iniziò cosi la sua danza, saltando scodinzolando e leccando all’impazzata!
Tornati sulla terra, il parco riprese le solite sembianze e Josef, con aria delusa, raggiunse così la cugina che era lì ad attenderlo ansiosa. La missione era stata un vero disastro, il mago aveva vinto, ma Cristy, stranamente, non sembrava preoccupata. Si fece consegnare il cilindro che il cucciolo aveva trovato e con un piccolo movimento lo aprì, estraendone un foglio che aveva tutta l’aria di essere una mappa.
Josef si illuminò, sapeva che era stato merito di Giordy se la missione era andata a buon fine ed iniziò ad immaginare come potesse ricompensarlo per il grande aiuto. Cristy intanto rimise la mappa nel cilindro e la infilò in tasca per paura che qualcuno potesse rubarla.
Una volta a casa, Josef raccontò tutto ai genitori che rimasero davvero colpiti da quella grande avventura vissuta e diedero doppia razione di cibo al Bolognese come ringraziamento per il grande aiuto. Anche quella sera Josef, dopo aver cenato, si lavò ben bene ed andò subito a nanna perché la fatica della giornata si era fatta sentire.
Cristy intanto, nella sua stanza al castello, molto stanca anche lei anch’essa, posò il cilindro e la mappa nel cofanetto dove si trovavano gli altri oggetti e adagiò nel cassetto della scrivania uno strano fischietto che aveva portato con sé.
Anche in quella occasione aveva dato una mano ai due esploratori, portando con sé un fischietto per cani che aveva utilizzato per attirare l’attenzione di Giordy. Come da lei previsto, il cucciolo di bolognese si era avvicinato alla buca e, incuriosito poi dal cilindro a forma di osso, lo aveva addentato e per portarlo al suo padroncino.
Ma ora anche per lei era giunto il momento di dormire e si sistemò sul suo lettone: poco dopo, come di consueto, arrivarono i genitori che le diedero un bacio sulla fronte, spensero la luce e … Buona notte!
(di Danilo Di Pinto)
disegni di Ory