Al castello le giornate trascorrevano lente ma incantevoli. Era arrivata la primavera e sulla splendida collina tutto era in festa: i fiori, gli alberi e il prato erano stati presi d’assalto da mille colori. Cristy era felice, poteva divertirsi come meglio credeva, non c’erano limiti alle idee che ogni giorno le passavano per la testa.
Spesso si nascondeva, si arrampicava sugli alberi e tra i rami osservava tutto ... dall’alto verso il basso. Chi la cercava doveva presto smettere ed arrendersi, nella speranza di ritrovarla sana e salva.
Proprio in uno di quei giorni, mentre si trovava sulla cima di una grande quercia, vide arrivare la carrozza degli zii e, senza attendere neanche un secondo, in un battibaleno si lanciò da un ramo all’altro come una scimmietta raggiungendo terra in un attimo.
Il Sig. Cortese, il maggiordomo, era stato incaricato di avvertirla, ma quando la vide praticamente precipitare al suolo ebbe quasi un coccolone. Cristy però, come al solito, non si era fatta niente e con un balzo aveva superato agilmente l’ostacolo, passando sopra al maggiordomo caduto a terra per la paura.
Gli zii non erano soli, infatti erano in compagnia del piccolo Josef che, vedendo la cugina arrivare, le si scaraventò contro abbracciandola stretta. Immediatamente, come una trottola impazzita, il cucciolo di bolognese, sentendosi escluso, iniziò ad abbaiare, scodinzolando freneticamente.
Dopo pochi secondi Cristy, rendendosi conto che Giordy il cagnolino non smetteva di frignare, gli concesse l’attenzione che richiedeva riempiendolo di coccole e dolci carezze.
Gli zii dovevano recarsi ad un incontro importante quindi Josef si sarebbe annoiato, ma soprattutto sarebbe stato difficile per loro distrarlo. Avevano dunque pensato di lasciarlo nelle mani sapienti di Cristy. A quella notizia il piccolo era esploso in un urlo di gioia ed anche il bolognese aveva iniziato a saltare per la felicità.
I tre si diressero a passo spedito verso il parco giochi, ma prima fecero una breve sosta in sala da pranzo dove il Signor Cortese, ormai ripresosi dallo spavento, aveva disposto su di un tavolino dei biscotti ed una brocca di succo di frutta.
Poi, vedendo un’espressione di perplessità sul musetto del cagnolino, mise in una ciotola dei croccantini che Giordy apprezzò di buon grado.
La merenda durò poco perché Josef non vedeva l’ora di iniziare una nuova avventura: prese per mano Cristy, che in quel momento stava mangiando un biscotto al cioccolato, i suoi preferiti, e la tirò via dal tavolo con forza. Giordy ingoiò gli ultimi croccantini e ricominciò a fare le feste ai due.
Dopo pochi minuti arrivarono al giardino sul retro del palazzo, il luogo dove si trovava il grande parco giochi. Josef però restò fermo, guardando fisso la cugina. Cristy fece un bel sorriso e iniziò a raccontare.
Erano passati giorni ed anche se il cuore della principessa era stato trovato, bisognava liberarla dalle segrete del castello. Era quindi necessario riuscire a recuperare la chiave della porta.
La missione di quel giorno consisteva nel raggiungere la nave pirata e recuperare il forziere del Capitano Benda Nera, un cattivo e dispettoso pirata fratello del mago Malefico.
Non c’era da perder tempo – pensò Josef – era giunto il momento di partire ed infatti, appena fu salito sulla giostra girevole, il parco cominciò la trasformazione.
I giochi a molle divennero cavallucci marini e delfini, pronti ad accompagnarlo verso il grande scivolo che per l’occasione si tramutò nel veliero del pirata. Le altalene diventarono piccole imbarcazioni a remi che Josef avrebbe potuto utilizzare in caso di fuga.
Tutto era pronto! Cristy nella sua stanza aveva recuperato un vecchio cofanetto nel quale aveva rinchiuso una vecchia chiave per poi nasconderlo sulla parte più alta dello scivolo.
Josef era partito in sella ad un cavalluccio marino e, seguito dagli amici delfini, era arrivato molto vicino alla nave. Era poi salito su di una barchetta a remi tenendo in braccio il suo amico fidato, che per lo spavento aveva nascosto la testa tra le sue braccia.
Arrivato sotto la nave, si era avvicinato ad una fune che penzolava e, senza perdere tempo, si era arrampicato. Giordy faceva la guardia, pronto ad abbaiare alla vista di qualche marinaio, mentre Josef era ormai in cima alla nave ed in gran silenzio aveva iniziato a frugare sul ponte.
Il tempo stava passando, ma purtroppo lo scrigno non si trovava. Il piccolo bolognese bianco iniziò a guaire: quello era il segnale convenuto, probabilmente aveva visto uno dei pirati girare da quelle parti…
Josef quindi si nascose dietro le scalette e nell’ombra, quasi per caso, fu attratto da un luccichio sulla parte più alta della nave: doveva essere lo scrigno tanto cercato!
Fece un salto, afferrò il forziere e discese velocemente dalla nave. Il suo cucciolo fidato, vedendolo arrivare sano e salvo, iniziò ad abbaiare contento, non c’era però molto tempo, perché alle sue spalle aveva udito le urla di disappunto del Capitano Benda Nera il più cattivo dei pirati.
Josef, tenendo stretto il bottino, iniziò il viaggio di ritorno per la gioia di Giordy che non amava affatto la vita in mare.
Appena saliti sulla giostra girevole, i due eroi fecero ritorno a casa dalla cugina che li attendeva. Josef era contento e teneva con orgoglio tra le mani il cofanetto chiuso che Cristy aveva nascosto a sua insaputa.
Ora però bisognava aprirlo e scoprire se dentro c’era veramente la chiave che avrebbe liberato la principessa. Purtroppo quel cofanetto era vuoto e l’espressione del viso di Josef dalla gioia passò alla disperazione.
Dopo quel lungo e pericoloso viaggio non era riuscito a trovare la chiave! Cristy iniziò a cercare meglio, spiegando al cuginetto che quei forzieri avevano spesso un doppiofondo o comunque qualche cassettino nascosto.
Josef, con gli occhi spalancati, osservava attentamente le mani della cugina che non smettevano di frugare all’interno dello scrigno.
All’improvviso un urlo di entusiasmo fece indietreggiare dallo spavento il povero bolognese che stava assistendo alla scena, il quale vedendo poi i due cugini festeggiare si unì alla festa scodinzolando e saltando come un cangurino.
La chiave era stata trovata ed ora era al sicuro nelle mani di Cristy: appena in tempo perché, di lì a poco, i genitori di Josef sarebbero tornati per riportalo a casa.
Si era fatto tardi ed il piccolo Josef si sentiva molto stanco. Quella sera si sedette al tavolo con i genitori increduli nel vederlo così tranquillo.
Poco dopo la cena si diresse in bagno, indossato il pigiama si lavò i denti e si mise tranquillo nel lettone. Giordy saltò sul letto, si acciambellò accanto al suo amico e i due si addormentarono di colpo. Chissà quale avventura avrebbero sognato.
Anche Cristy nella sua stanza ormai in pigiama stava andando a letto. Ripose la pietra a forma di cuore e la chiave nel cofanetto. Le scappò da ridere pensando a quale avventura nuova avrebbe fatto viverre al suo cuginetto. Poi la piccola Principessa si mise a letto abbracciò il suo cuscino e … Buona notte
(di Danilo Di Pinto)
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